Nota di Juan Jose Kratzer su “Nora López – detenuta N84”

Italiano 

La prima riflessione che ho fatto dopo aver letto “Nora Lopez, detenuta N84” riguarda la verosimiglianza della storia narrata con la realtà vissuta negli anni dell’ultima dittatura civile-militare in Argentina. Sebbene il vissuto dei personaggi raccontato in questo libro sia frutto di fantasia, così come sottolineato dallo stesso autore, esso ritrae fedelmente le tristi vicende realmente accadute a tanti giovani vittime del terrorismo di stato.Il periodo storico di riferimento è quello che va dal 1976 al 1983, quando la Junta Militar guidata dal generale Videla, insieme alla parte del clero compiacente al regime, “erano impegnati nella difesa del paese dai nemici di Dio, dal pericolo del comunismo e dell’invasione di idee che mettevano a repentaglio i valori fondamentali di una società”. Su tale convinzione si poggiava l’ideologia di un progetto perverso denominato “Processo di riorganizzazione nazionale” che ha generato, oltre all’imposizione di un sistema dittatoriale in tutti gli ambiti della società, la sparizione forzata di 30.000 persone, molte delle quali gettate vive dagli aerei negli abissi dell’oceano.A Nora Lopez, così come a tutti i detenuti del regime, le hanno rubato l’identità. L’annullamento della persona, avveniva al momento del sequestro attraverso l’assegnazione di un numero al posto del nome e del cognome. Il codice N84 assegnato al suo arrivo nel centro di detenzione, pertanto, non rappresenta solo la storia di una ragazza sequestrata, ma quella di tutti i reclusi nelle carceri del regime. Nel romanzo di Viceconti, la detenuta Lopez è classificata dai militari come “recuperabile”. Con questo termine i suoi aguzzini si riferivano a quelli che potevano essere reinseriti gradualmente nella “nuova società Argentina”, una volta completato il processo di bonifica di tutti i sovversivi e oppositori al regime. In realtà con quel termine i militari creavano una tipologia di prigionieri che Livia, la figlia della protagonista, ha ben definito nel romanzo come “il prodotto di un sistema impazzito, indifferente ai più basilari elementi di umanità”.Per uno dei carcerieri, N84 è “mariposa”, una farfalla al suo servizio, capace però di trasformarsi negli anni da testimone diretta della tragedia a “voce coraggiosa”, in grado di rendere giustizia a “un’intera generazione annientata, umiliata, fatta sparire nel nulla o costretta ad andare in esilio, fino a perdere la capacità di sopravvivere”.

Questo romanzo aggiunge sicuramente un tassello alla costruzione di una memoria storica dei desaparecidos. Vale la pena ricordare con grande forza che solo mantenendo viva la memoria delle vittime della dittatura riusciremo a non farli morire due volte. Leggere la storia di Nora Lopez ci può aiutare senz’altro a riflettere su quanto accaduto e a restituire un nome e cognome a tutti coloro che, con i propri sogni e il proprio martirio, hanno contribuito a far germogliare un mondo senza oppressi né oppressori. Un paese dove la giustizia, la solidarietà, l’uguaglianza e la fraternità sono un diritto di tutti.Come cittadino argentino che ha vissuto il triste periodo della dittatura, ringrazio profondamente Nicola per il valore di grande civiltà e umanità intriso nella pagine del suo romanzo.

Juan Jose Kratzer è stato un sacerdote che apparteneva ai Piccoli Fratelli del Vangelo, una congregazione la cui presenza in Argentina si concluse nel 1977, quando Mauricio Silva, l’ultimo dei Piccoli Fratelli rimasto nel paese, scomparve nelle tenebre di un centro di detenzione clandestino. Per fedeltà al Vangelo Juan Jose Kratzer, come tutti i Piccoli Fratelli, scelse la solidarietà con i più poveri, gli emarginati, gli esclusi. I piccoli fratelli furono abbandonati da buona parte delle alte gerarchie del clero, fattesi complici della dittatura che governava il paese con il terrore.

Castellano 

La primera reflexión que hice después de haber leído “Nora López, detenida N° 84” se refiere a la verosimilitud de la historia narrada con la realidad vivida en los años de la última dictadura cívico-militar en Argentina. Si bien lo vivido por los personajes que se cuentan en este libro es fruto de la fantasía, así como lo resalta el mismo autor, en el mismo se retrata fielmente los tristes acontecimientos que realmente sucedieron a tantos jóvenes víctimas del terrorismo de Estado. El período histórico de referencia es aquel que va del 1976 al 1983, cuando la Junta Militar guiada por el general Videla, junto a una parte del clero complaciente con el régimen, “estaban comprometidos para defender al país de los enemigos de Dios, del peligro del comunismo y de la invasión  de ideas que ponían en peligro los valores fundamentales de una sociedad”. Sobre dicha convicción se sostenía la ideología de un proyecto perverso denominado “Proceso de reorganización nacional” que generó, además de la imposición de un sistema dictatorial en todos los ámbitos de la sociedad, la desaparición forzada de 30.000 personas, muchas de las cuales fueron arrojadas vivas de los aviones en los abismos del océano. A Nora López, así como a todos los detenidos del régimen, le han robado la identidad. La anulación de la persona, sucedía en el momento del secuestro mediante la asignación de un número en lugar del nombre y del  apellido. El código N84 asignado al momento de su llegada al centro de detención, por lo tanto, no representa sólo la historia de una joven secuestrada, sino aquella de todos los reclusos en las cárceles del régimen.En la novela de Viceconti, la detenida López es clasificada por los militares como “recuperable”. Con este término sus torturadores se referían a aquellos que podían ser reinsertados gradualmente en la “nueva sociedad Argentina”, una vez completado el proceso de saneamiento de todos los subversivos y opositores al régimen. En realidad con ese término los militares creaban una tipología de prisioneros que Livia, la hija de la protagonista, definió muy bien en la novela como “el producto de un sistema enajenado, indiferente a los elementos más básicos de humanidad”.

Para uno de los carceleros, N84 es “mariposa”, una mariposa a su servicio, pero que es capaz de transformarse con el transcurso de los años en testigo directo de la tragedia con “voz valiente”, para hacer justicia a “una generación completa aniquilada, humillada, hecha desaparecer en la nada u obligada a irse al exilio, hasta perder la capacidad de sobrevivir”. Esta novela agrega seguramente una pieza en la construcción de una memoria histórica de los desaparecidos. Vale la pena recordar con ímpetu que sólo manteniendo viva la memoria de las víctimas de la dictadura lograremos no hacerlos morir dos veces. Leer la historia de Nora López nos puede ayudar sin lugar a dudas a reflexionar sobre lo sucedido y a devolverles un nombre y un apellido a todos aquellos que, con sus propios sueños y su propio martirio, han contribuido para hacer nacer un mundo sin oprimidos ni opresores. Un país donde la justicia, la solidaridad, la igualdad y la fraternidad son un derecho de todos .Como ciudadano argentino que vivió el triste período de la dictadura, agradezco profundamente a Nicola por el valor impregnado de gran civilización y humanidad en las páginas de su novela.

Juan Jose Kratzer

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