Intelligenza e immaginazione, una questione di equilibrio

Tolstoj, rivolgendosi al terzogenito dei suoi tredici figli, offre una interessantissima descrizione riguardo a ciò di cui uno scrittore ha bisogno per il suo lavoro:

“Non puoi immaginare quanto sia importante il suo umore. A volte ti alzi la mattina, fresco e vigoroso, con la testa chiara, e inizi a scrivere. Tutto è sensato e coerente. Lo leggi il giorno successivo e devi gettare via tutto perchè, benchè buono, difetta della cosa principale. Non c’è fantasia, non c’è sottigliezza, manca qualcosa di necessario, non c’è quel che di autentico senza il quale tutte le tue abilità non valgono niente. Un altro giorno ti alzi, dopo una brutta notte, con tutti i nervi a fior di pelle, e pensi: Oggi scriverò bene, in ogni caso. E davvero quello che viene fuori è bello, pittoresco, di grande immaginazione. Lo guardi ancora ma non è buono, perchè è scritto stupidamente. Vi è abbondanza di colori, ma non l’intelligenza sufficiente. Uno sta scrivendo bene solo quando l’intelligenza e l’immaginazione sono in equilibrio. Non appena una di esse prende il sopravvento, tutto salta; si può anche gettar via tutto e cominciare daccapo”

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