Su la testa, Argentina! – Orlando Baroncelli

L’Argentina non riesce a rimarginare le ferite che ha lasciato la dittatura 1976-’83. Sono passati tanti anni ma la storia degli scomparsi resta aperta, non solo perché i loro corpi non sono stati mai ritrovati, ma soprattutto perché migliaia di torturatori e responsabili di atrocità restano impuniti, minacciano e a volte ritornano a operare. Il passato si fa presente ogni giorno. I giornali riportano notizie, ritrovamenti, denuncie, scoperte, anniversari e processi. Un profondo dolore attraversa la società argentina, un dolore che non si placa e non ha mai accettato compromessi. Dónde están? Dove sono? hanno reclamato più di trent’anni fa le Madres di Plaza di Mayo. Dove sono? Continuano a chiedere oggi, ma i militari non svelano il loro segreto, non rompono il loro patto di sangue e se qualcuno accenna a parlare può essere suicidato. Nel libro, «Su la testa, Argentina! Desaparecidos e recupero della memoria storica» (Libri Liberi, 2008, 14 euro), Orlando Baroncelli tenta di raccogliere e articolare questa storia mai conclusa; si parte da qualche riferimento storico sul paese per entrare subito negli anni ‘70 del secolo scorso, gli anni della dittatura.

I capitoli si snodano raccontando l’indicibile, le torture, il rapimento di neonati, l’uccisione delle madri sovversive, il piano Condor, per arrivare ai processi e infine, a partire dal 2003, alla decisa politica del governo Kirchner in materia di diritti umani. Una vicenda del libro resta centrale ed è tornata alla ribalta in queste ultime settimane in Italia dopo la morte del cardinale Pio Laghi: il ruolo della chiesa cattolica e del Nunzio apostolico Pio Laghi, ambasciatore di Wojtyla durante la dittatura militare. Anche se in quegli anni l’episcopato argentino è stato tra i primi a ricevere le testimonianze dei familiari delle vittime, la Chiesa restò indifferente al massacro. Pio Laghi disse che non si era reso conto di quanto stava accadendo, ma contraddicendosi, dichiarava poi di esserne riuscito a salvare alcuni desaparecidos. Il silenzio della Chiesa ha incoraggiato la lenta ma efficace macchina repressiva che continuò ad operare indisturbata facendo scomparire quasi un’intera generazione. La storia dei desaparecidos ha avuto negli anni un effetto paradossale: facendo  sparire i loro corpi i militari credevano di aver annullato il passato, distrutto la memoria e svincolato il futuro da quelle storie. Volevano un paese immemore per renderlo docile ai loro progetti. Invece hanno ottenuto l’effetto opposto, da allora l’Argentina continua la ricerca affannosa del proprio destino, continua a cercare le tracce di quelle ombre senza tomba. In questo senso il libro di Baroncelli è un’altra voce che infrange il silenzio (dalla pagina facebook  di Libri Liberi).


Orlando Baroncelli è redattore di «Testimonianze», per cui scrive di politica estera e diritti umani, e collaboratore di «Diario della settimana»: per entrambe le riviste ha seguito soprattutto le storie dei desaparecidos italo-argentini e la lunga lotta dei familiares per scoprire la verità e ottenere giustizia. Su questi argomenti è stato relatore in numerose conferenze e convegni. Docente di diritti umani e diritti dei popoli nel progetto Scuola-Territorio della Provincia di Firenze rivolto alle medie superiori, nel 2004 è stato curatore del libro Percorsi per minori stranieri. Problemi e prospettive edito dal Comune di Firenze. Dal 1996 è il responsabile dell’Argentina per il Centro Iniziative America Latina di Firenze.

Condividi questo contenuto:

Leave a Comment