Il commento di Giovanni Milone su Nora Lopez

Come ho già avuto modo di sottolineare in altre occasioni apprezzo enormemente le opinioni che fanno i lettori sui miei romanzi. Qui di seguito riporto il commento di Giovanni Milone su “Nora Lopez. detenuta N84” (pubblicato su Anobi)

“Svegliarsi dall’essere svegli, diceva Pessoa, forse voleva dire cercare di entrare il più possibile dentro la propria storia umana, forse voleva dire che in comune gli uomini hanno la realtà. Chi scrive la realtà con il grassetto della violenza è il Potere che non è mai stato buono. Il Potere che ha sempre usato maschere e le ha fatte indossare a coloro che non hanno coscienza della propria identità. Quello che narra per immagini fortissime questo libro di Nicola Viceconti (che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente in uno studio medico), è storia di oggi, solo raccontata con un senno che ci fa riflettere sull’accaduto. A me invita anche a pensare che quelle storie sono pane quotidiano di ogni porzione di mondo che ci portiamo dentro.

Le torture politiche dell’Argentina (vedi i film di Marco Bechis), non sono dissimili dalle guide politiche che scelgono per noi. La violenza si è affinata, il divario permette il caos sull’addome ventricolare del Potere, che nelle società più moderne, quali la nostra, non si serve più dell’esercito, ma dell’odio. La narrazione del libro procura un fastidio letterario perché il protagonista è il carnefice che incontra la figlia di una sua vittima, rea a sua volta dell’omicidio di un torturatore consumato anni dopo a Roma. La figlia interroga un colonnello che nel frattempo ha cambiato identità, ma non il suo carattere di schiavo del suo Potere. Le riflessioni sono interminabili quando in Italia le bombe creavano le distanze di oggi in Argentina, in Brasile, in molti paesi europei e del medio oriente e quando si consumavano assenze che oggi si cerca di ricostruire. Il carissimo amico Nicola ci riesce benissimo”.

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