TAV e Erri De Luca

di Andrea Giambartolomei | 5 settembre 2013.

La Lyon-Turin ferroviaire presenterà un esposto contro lo scrittore napoletano che, in un’intervista aveva dichiarato: “Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”. Un concetto ribadito anche oggi nonostante la minaccia di denuncia. Dalle parole alle denunce. La Lyon-Turin ferroviaire (Ltf), la società che deve realizzare la tratta comune della linea ad alta velocità Torino-Lione, ha deciso di denunciare lo scrittore Erri De Luca. Per questo, nei prossimi giorni potrebbe presentare un esposto. “Questa denuncia non mi fa certo cambiare idea, sempre che arrivi, perché al momento io non ho ricevuto nulla”, ha risposto l’autore napoletano annunciando la sua presenza a una manifestazione in Val di Susa il prossimo 5 ottobre.

In un’intervista pubblicata domenica dall’Huffington Post De Luca, con un passato nel servizio d’ordine di Lotta Continua e convinto sostenitore del movimento No Tav, aveva dichiarato che “la Tav va sabotata” e che le cesoie (trovate insieme ad altro materiale nell’auto di due militanti arrestati lo scorso 30 agosto) “sono utili a tagliare le reti”: “Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”. A lui si è aggiunto anche il sindacalista Giorgio Cremaschi: “In Val di Susa gli atti contro gli impianti della Tav fanno parte di una lotta civile e democratica profondamente giusta e come tali vanno compresi e giustificati”.

L’invito di De Luca non deve essere piaciuto ai dirigenti della società Ltf, soprattutto in un periodo di intimidazioni e arresti. Risale solo al 30 agosto scorso l’incendio al capannone e ai mezzi della Geomont, una ditta di Bussoleno (Torino) che ha svolto dei lavori nel cantiere di Chiomonte. Dopo l’episodio, ritenuto finora un attentato, il titolare della società Giuseppe Benente aveva affermato di essere pronto a lasciare l’attività per il clima negativo nei confronti delle aziende impegnate nell’opera. Sui siti del movimento, come notav.info, è stato pubblicato un messaggio anonimo che lancia sospetti sul rogo: l’autore ipotizza che sia stato appiccato dalla ditta per ottenere un risarcimento dall’assicurazione, ma il titolare rigetta l’accusa querelando il movimento. Ieri sera, su altri siti di controinformazione, è apparso un altro testo anonimo che invita il movimento ad assumersi le responsabilità di atti contro l’opera: “Anziché rischiare di sminuire il gesto di qualche coraggioso notav – si legge – difendiamo pubblicamente dalla repressione i nostri compagni di lotta nell’unico modo dignitoso possibile. Rivendicando qualunque gesto compiuto contro l’avanzare del mostro Tav come patrimonio di tutti noi”.

“È del tutto evidente che il tagliare le reti con le cesoie non ha nulla a che vedere con il terrorismo – afferma Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, che si schiera a difesa di Erri De Luca – Dopo la criminalizzazione del movimento ora c’è anche la criminalizzazione di chi sostiene le ragioni dei No Tav. Come durante il fascismo siamo tornati ai reati di opinione – aggiunge – Erri del Luca ha espresso solo parole di buon senso”. Contrario invece il senatore del Pdl e vicepresidente del Copasir (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti) Giuseppe Esposito: “L’unica cosa da sabotare a questo punto mi sembrano i libri di Erri De Luca – dichiara – Evidentemente ha nostalgia del suo passato in Lotta Continua, un’epoca di tensione conclusasi fortunatamente con lo scioglimento di quel gruppo extraparlamentare”.

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