“Due volte ombra” – intervista all’autore

Perché ad uno scrittore italiano come lei interessa la storia dei bambini sequestrati nell’ultima dittatura?

Per tanti motivi, ma soprattutto perché è una storia che riguarda tutti. Ritengo che l’interesse di ognuno di noi per le questioni politico-sociali di una certa entità non possa restare isolato in un ambito locale e che un corretto approccio per la comprensione della storia dell’uomo“abitante del mondo” necessita di uno sguardo capace di andare oltre ogni frontiera nazionale. Basti pensare ai recenti fatti drammatici relativi all’incidente delle centrali nucleari in Giappone, alla guerra in Libia e ai nuovi fenomeni migratori globali. In particolare, per quanto riguarda il tema della dittatura argentina, il personale coinvolgimento scaturisce dal fatto che l’Argentina e l’Italia rappresentano paesi con radici comuni. Buona parte dell’attuale popolazione argentina è di origine italiana così come quella dei desaparecidosdell’ultima dittatura civile-militare.

Con riferimento al tema dei niños figli dei desaparecidos condivido le parole della signora Estela Carlotto pronunciate in occasione di un recente incontro in una università italiana quando uno studente le ha chiesto notizie sulla ricerca di suo nipote: “Il dramma dei niños appropriati è quello di molti giovani che potenzialmente potrebbero trovarsi in qualsiasi parte del mondo”.

 

Pur ritenendo che le opere d’arte non necessariamente debbano avere delle spiegazioni consapevoli, qual è il senso che ha cercato nello scrivere “Due volte ombra”? Le sto parlando del senso intimo, in considerazione del fatto che quest’opera sembra realizzata con molta consapevolezza, richiami alla storia e alla psicologia di un’adolescente.

Facendo ricorso ad un linguaggio semplice e diretto, in “Due volte ombra” ho voluto descrivere la storia drammatica di Paula nel doloroso percorso di recupero della propria identità. Il senso del romanzo è quello di offrire un racconto di fantasia, leggero, scorrevole ma al tempo stesso verosimile, lasciando ad ogni lettore la personale costruzione del significato finale del messaggio che ho voluto trasmettere nel testo. “Due volte ombra” si inserisce nel genere letterario definito romanzo ad ambientazione storica; una narrazione di fantasia collocata in un contesto storico specifico, orientata ad assolvere una funzione sociale della scrittura, se non interventista almeno esplicativa o descrittiva della realtà che ci circonda. Un modo utile per raccontare la complessità sociale. In questo genere di romanzo la realtà dei fatti commentati è irrilevante: quello che resta è l’autentico contesto umano e sociale. “Due volte ombra” è un romanzo che si trasforma in realtà.

Paula scopre di essere Mirta nel pieno della sua adolescenza, le ombre del passato e l’incertezza del futuro offuscano ogni sua decisione. Ombre davanti agli occhi, come quelle dei cappucci di tutti i desaparecidos che si dissolvono solo dopo il raggiungimento della piena consapevolezza delle sue origini.

 

Per la chiarezza con la quale racconta la storia di Paula e descrive il suo contesto “Due volte ombra” potrebbe rappresentare un grande apporto da utilizzare nelle scuole superiori. Ha scritto questo libro pensando ad un lettore in particolare?

Sempre più frequentemente quando si parla didesaparecidos non corrisponde una conoscenza esatta dei fatti storici che lo hanno generato. Ho scritto “Due volte ombra” pensando di rivolgermi ad un pubblico italiano. L’idea era quella di rappresentare, attraverso la storia di un’appropriazione illegittima di minori, uno dei molteplici aspetti del nefasto periodo della dittatura.

Il genere “romanzo”, a mio parere, si adatta perfettamente ad un profilo di lettori delle scuole secondarie, siano essi argentini che italiani. Credo che sia il mezzo più efficace per affrontare tematiche politico-sociali importanti.

 

Per quali ragioni ha scelto ancora una volta Acercandonos Ediciones?

Il primo incontro con Acercandonos Ediciones  è avvenuto grazie al suggerimento di un amico italiano che vive da molti anni a Buenos Aires. Della casa editrice ho apprezzato molto l’opportunità che offre ad autori stranieri come me, al fine di condividere un progetto orientato allo sviluppo culturale dell’Argentina o di altri paesi  del Cono Sur. Acercandonos  Ediciones, con la quale ho già pubblicato un libro sull’emigrazione italiana in argentina, rappresenta senza dubbi una casa editrice attenta alle diverse questioni politico-sociali.

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