Nicola Viceconti: quando la narrativa diventa impegno – “La Sepoltura della Letteratura “

Lug 04, 2016  

Imbattersi nella narrativa di Viceconti è un’avventurosa ed accattivante impresa. I suoi libri (tre pubblicati con Rapsodia Edizioni) non si perdono dietro alchemiche parole poetiche. Un diffuso equilibrio sembra soppesare ogni frase, affinché non ve ne sia alcuna superflua. Una narrazione degli eventi sapientemente costruita che accattiva il lettore.
Nicola Viceconti è laureato in Sociologia e Scienze della comunicazione; appassionato di storia rioplatense, particolarmente attento alla questione dei diritti umani. Insignito nel 2015 del prestigioso titolo, conferitogli dalla Camera dei Deputati della Provincia di Buenos Aires, di Visitante Ilustre, per l’impegno umano nel mantenere viva la memoria della tragedia argentina. È  socio dell’Associazione 24 Marzo Onlus, dedicata al sostegno dei familiari dei Desaparacidos. Ha vinto con i suoi quattro libri, pubblicati contemporaneamente in Italia e in Argentina, numerosi premi Nazionali e Internazionali.
Le sue opere hanno una decisa impronta sociologica nell’analisi delle situazioni in cui si vengono a trovare i personaggi. La prosa scorrevole ha il pregio di non annoiare, anzi appassionandoci agli eventi, apprendiamo importanti informazioni sulla storia e sul popolo argentino, senza la pedanteria del saggio o del romanzo puramente storico. Dentro al grembo dell’emotività il buon Viceconti trova la forza di far urlare i suoi libri, lo stesso urlo di silenzio delle madri di Plaza de Mayo, ormai anziane, ma sempre ferme e irriducibili nel volere giustizia per i loro figli innocenti, massacrati barbaramente. In questi romanzi l’ordine degli avvenimenti cronologici e quelli della storia s’intrecciano armoniosamente, le eventuali distorsioni temporali se ci sono,  sono impercettibili.

E’ invece molto usato il flash back chiamato anche analessi e cioè la rievocazione di eventi antecedenti al tempo del racconto. E’ questo salto temporale che ravviva la memoria, la rende presente anche a chi non vorrebbe, a chi nell’oblio costruisce soprusi. Il percorso della memoria intrapreso dall’autore comincia dall’emigrazione, un fenomeno che ha contribuito in maniera sostanziale a dare all’Argentina l’aspetto sociale che ha. Più del quaranta per cento della popolazione è di origine italiana, immigrati insomma che cercano un’identità culturale e il Tango, che è composto da musica, testi e ballo, ossia espressione corporea, diventa una tradizione popolare. Il Tango è trasmissione di idee, è emozione collettiva.
Il terzo libro, Nora Lopez detenuta N84 è forse quello che ho amato di più. Crudo e poetico vede  la struttura della narrazione rivoluzionata. Non c’è più il narratore nascosto che aleggia sulla pagina. L’uso della prima persona ci mette a fianco del protagonista, che condivide con noi i suoi pensieri. Ora sembrerebbe logico che il protagonista fosse una vittima e per di più donna, visto il titolo. Invece Nicola azzarda, e violentando se stesso, veste i panni di un ex capitano, noto per la sua crudeltà raffinata Dario Romero meglio conosciuto come El Principe. Quel parlare direttamente con il lettore ci rende partecipi di quel suo scomodo passato, dal quale era certo di essersi liberato. E’ interessante l’analisi psicologica dell’ex torturatore, il suo trovare giustificazione all’ingiustificabile. Quanti altri torturatori come Romero girano ancora indisturbati per l’Argentina e nel resto del mondo? Nora è solamente raccontata, un’ombra dolorosa che aleggia e che finalmente si ricompone nelle ultime pagine. Nora è la forza di un’anima che nonostante le cicatrici riesce ancora ad alzare lo sguardo Nora è il simbolo di un perdono che non si può concedere.

L’ultimo libro edito da Viceconti è Emèt – Il dovere della verità. Si discosta dagli altri tre, pur avendo sempre l’Argentina e la Memoria come protagonisti ufficiali. È la storia di Helene Sanz, un’anziana diva di teatro, che  torna a vivere a Buenos Aires, dove scopre alcuni importanti trascorsi del marito Diego Tomasi, ucciso in un agguato nel 1964. Viceconti investe il personaggio della Sanz di quella sua voglia di denunciare al mondo intero i sporchi intrighi, che hanno fatto dell’Argentina una terra accogliente per i criminali di guerra nazisti. Denuncia che avverrà grazie all’incontro di Helene con una giornalista argentina freelance, che raccoglierà le sue memorie intrecciandole alle sue. Tra le due donne s’istaurerà un’amicizia, fatta di memoria e dolore ma anche d’irresistibile voglia di vivere.
Tutti i romanzi di Nicola Viceconti hanno la caratteristica di non lasciarti mai la bocca amara, ma piuttosto incitano a non mollare mai la strada della verità e della memoria; risultano pertanto altamente istruttivi sia per la precisione dei riferimenti storici, sia per il messaggio etico che il romanzo trasmette. Non a caso l’autore predilige presentare le sue opere presso le Scuole Superiori e le Università dove puntualmente fa omaggio di alcuni volumi ad uso degli studenti.
Per conoscere meglio Nicola Viceconti vi rimando al suo sito ufficiale: www.nicolaviceconti.it

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