Tra emigrazione, tango e ricordi: Nicola Viceconti a Montevideo

Articolo pubblicato su Italia-Uruguay il 25 maggio 2015.

Presentati a Montevideo le opere dello scrittore Nicola Viceconti dove si intrecciano le tematiche dell’emigrazione italiana nel Río de la Plata e il tango. “Abbiamo il dovere di ricordare queste storie e di mantenere la memoria” ha spiegato durante l’incontro organizzato dall’Associazione Lauria

Lo scrittore italiano Nicola Viceconti ha presentato i suoi libri presso la Casa degli Italiani di Montevideo. L’evento -che si è svolto lo scorso giovedì sera- è stato organizzato dall’Associazione Lauria. Viceconti è un sociologo che si occupa di comunicazione e mass media, ma è anche appassionato di storia dei fenomeni sociali nel continente latinoamericano e si è dedicato a studiare a fondo due tematiche: il tango e l’emigrazione italiana in Sud America, due argomenti che si intrecciano continuamente tra di loro. È stato anche tra i fondatori dell’Osservatorio Uruguay, nato per monitorare le informazioni riguardanti le dittature sudamericane degli anni settanta durante l’Operazione Condor. L’incontro di Montevideo -ideato con la collaborazione di Mario Occhinero, uruguaiano residente in Italia- è stata una delle tappe di questo giro rioplatense che ha portato l’autore a presentare le sue opere anche in Argentina a Cordoba, La Plata e Buenos Aires, dove è stato appena omaggiato con l’onorificenza di “cittadino illustre”. La serata si è aperta con il discorso introduttivo a cura della presidente dell’associazione, Elbia Panzardi, che ha sottolineato “l’importanza di iniziative come queste di studio e di riflessione”.

L’ultimo lavoro dello scrittore romano è partito da una premessa come ha confessato al pubblico: “Oggi in Europa il tango va molto di moda. Nelle principali città quasi ogni sera possiamo trovare uno spettacolo attinente. Io però volevo un’altra immagine, qualcosa di più profondo legato alle sue origini popolari”.  Da qui è nato l’interesse verso il genere musicale tipico del Río de la Plata, definito come un “prodotto dell’emigrazione” ed “espressione dell’indignazione popolare” secondo la famosa citazione di Borges. “Il tango è nato nei quartieri più degradati a metà dell’ottocento” ha ricordato Viceconti. “Ha avuto origine come una danza con i tamburi dei cubani, poi nel corso del tempo, ha assorbito tantissime influenze italiane tra cui la canzone napoletana. Molti dei principali interpreti, tra l’altro, erano proprio italiani”. Accanto a questo, il sociologo ha analizzato a fondo anche l’emigrazione italiana. “Tutto è partito da una serie di situazioni personali”, esperienze di vita che lo hanno frequentemente influenzato durante i vari viaggi in questa zona. “Un giorno mi ritrovai a parlare con un taxista a Buenos Aires. Questo signore sapeva tutto di Viggiano, il paesino della Basilicata dove era nato mio padre. Quella conversazione mi generò una grande emozione: dall’altra parte del mondo c’era una persona che conosceva tutte le storie del luogo di origine dei suoi nonni. Aveva le lacrime agli occhi, il suo sogno era poter conoscere un giorno l’Italia”. Proprio dalla Basilicata parte il protagonista del suo ultimo libro “Cumparsita”, un romanzo dedicato agli emigranti italiani che negli anni passati “hanno avuto il coraggio di attraversare l’oceano”. Attraverso la storia di vita del protagonista -giunto a Buenos Aires negli anni venti da bambino, pochi giorni dopo la tragedia del piroscafo Mafalda- si mostrano al lettore i sogni, le speranze ed i sacrifici a cui andavano incontro gli emigranti senza dimenticare il delicato tema dell’identità. Alberto De Mattos -professore d’italiano dell’associazione laurota- ha letto durante la serata diversi brani del romanzo. “Cumparsita” ha vinto numerosi premi ed è subito stato tradotto in spagnolo; ha ricevuto il patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia ed anche di quella uruguaiana. Quest’ultima scelta è stata motivata dall’autore per via di una nota inserita nella parte iniziale del testo dove “si ricorda la vera origine di una delle più famose composizioni musicali di tango: fu scritta nel 1917 da Gerardo Matos Rodriguez per una marcia della federazione studentesca durante il carnevale di Montevideo. Bisogna rendere giustizia a questa storia”.

La vicenda narrata nel libro, dunque, parte dalla Lucania “anche se potrebbe essere ambientata in qualsiasi storia meridionale”. Questa regione, però, ha una particolarità: “Ha una storia abbastanza dimenticata ed è sempre stata maltrattata”. In seguito l’autore si è soffermato su alcune caratteristiche dell’emigrazione italiana nel Río de la Plata: “È stata la più massiccia a livello mondiale. Vanta, inoltre, una particolarità rispetto alle altre: è stata la più lunga, durata quasi due secoli, anche nei periodi in cui si vivevano situazioni di instabilità”. Gli italiani, si sa, si sono integrati molto bene in queste terre. Lo si può riscontrare in vari aspetti della vita quotidiana che vanno dalla cultura alla cucina ma anche nel “cocoliche”, un linguaggio molto particolare che mischia i dialetti italiani e lo spagnolo. “Proprio per questa profonda integrazione è da rilevare la mancanza di una Little Italy nelle città rio platensi. Gli emigrati, infatti, non si sono mai chiusi nei quartieri”.

Il libro “Cumparsita” di Nicola Viceconti 
Viceconti ha poi citato alcune riflessioni di Francesco Saverio Nitti, storico meridionalista e presidente del Consiglio nel primo dopo guerra. “In quell’epoca molti studi analizzavano gli effetti negativi che portava il fenomeno emigratorio nelle famiglie italiane: si perdeva forza lavoro e molte donne rimanevano sole con i propri figli. Faccio mie le analisi del meridionalista e la sua famosa frase o emigrante o brigante, ricordando il tentativo di rivolta disperata dei contadini del Sud Italia”. “I cicli emigratori” -ha aggiunto- “fanno parte della storia dell’umanità e non si possono fermare. Oggi, purtroppo, assistiamo rassegnati alle nuove situazioni che ci attendono. Il Mediterraneo si sta trasformando in un gigantesco cimitero ma ciò sembra non riguardrci”. Per questo ha voluto lanciare un appello: “Non dobbiamo mai dimenticarci della nostra storia, ossia di essere stati la nazione che è emigrata di più in Europa”. La serata è stata allietata da esibizioni dal vivo dedicate al tango con balli e canzoni celebri interpretate con grande passione da Michelangelo Maidana. I partecipanti hanno potuto assistere, inoltre, alla proiezione del cortometraggio “Hablar a la luz del sol” scritto e diretto da Alfredo Santucci e ispirato a “Cumparsita”. Nel filmato viene affrontato il tema dell’identità, definita come un “viaggio pericoloso”.
Come sono riusciti gli italiani a mantenere il ricordo con il passare degli anni? “Attraverso le associazioni che sono dei veri e propri musei di vita, questi gruppi sono ancora oggi fondamentali e vanno salvaguardati. Il ricordo, inoltre, non è una commemorazione di un monumento. È alimentare qualcosa con emozioni da trasmettere alle persone. Proprio come il tango”. Infine, è stato letto un messaggio inviato dal comune di Lauria per l’evento dove si è risaltata “l’indelebile fratellanza” e la necessità di “costruire un ponte ideale con le comunità estere”. La lettera si è conclusa con un invito: una delegazione dell’associazione di Montevideo sarà ospitata a breve in Italia per una visita ufficiale.  (La Gente d’Italia 25/05/2015)

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