Rivoluzione tra affidabilità, credibilità e coerenza

di Nicola Viceconti e Patrizia Gradito – 2 dicembre 2018. Nell’attuale scenario politico-sociale, non si può non osservare il proliferare di forme partecipative provenienti da ambiti tra loro eterogenei (studenti, donne, precari, immigrati, etc.) che, per le motivazioni alla loro origine e per l’entità numerica, confermano sia un risveglio improvviso dopo un lungo periodo di torpore e sia una convergenza su alcune istanze, riconducibile alla difesa di diritti fondamentali. Il fine di tale attivismo – espressione di un’innovativa confluenza di soggetti –  oltre alla lotta per la salvaguardia dei diritti acquisiti, sembra orientarsi sempre più verso la realizzazione di una nuova umanità che pone al centro la persona in ogni ambito (lavorativo e sociale). Non bisogna perdere di vista il concetto della buona politica che, per essere tale, deve nascere dall’uomo ed essere esercitata per l’uomo. Non è possibile parlare di politica se non si sa cosa deve e può essere l’uomo e la società.

La condizione delle donne, ad esempio, può essere pienamente affrontata e risolta in primis da chi la vive. L’impegno politico femminile in tal senso, non può non far riferimento al movimento Ni Una Menos, forza trasversale e trans-nazionale, nata in Argentina e riprodotta in diverse realtà nel mondo. A livello europeo, vale la pena sottolineare la sinergia tra associazioni e soggetti politici finalizzata a operare un processo di rivoluzione sociale basato sulla tutela dei diritti. Ne è un valido esempio l’incontro tra il Podemos spagnolo e DeMa (Democrazia e Autonomia) entrambi sensibili alle politiche che abbiano al centro “l’etica pubblica, il bene comune e la felicità collettiva”.

La Rivoluzione così intesa, si declina in un’azione civile – condotta scrupolosamente nel perimetro della legalità – volta al raggiungimento della piena felicità  possibile soltanto modellando non l’essere umano bensì il “sistema”, caratterizzato oggi da un’elevata disfunzionalità. Si stanno profilando convergenze interessanti, le cui connessioni con la vita politica sembrano incarnare l’essenza etica auspicata dal sociologo francese Alexis de Tocqueville: “affinché gli uomini rimangano civili o lo divengano, occorre che fra loro si sviluppi l’arte dell’associarsi”. Una rivoluzione fondata sulla capacità costruttiva nella rimozione degli ostacoli al benessere della collettività e sulla creatività degli attori in campo, ai quali si richiede affidabilità, coerenza e fedeltà ai principi della Costituzione, la cui forza trascende il tempo nel garantire la centralità dell’essere umano.

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