“La pescadora” – Carlos Cabrera Palos

Pubblico con piacere la foto de “La pescadora”, un quadro che mi è stato omaggiato alcuni anni fa dall’amico pittore messicano Carlos Cabrera Palos, scomparso nel luglio del 2015 . Carlos è nato nel 1958 a Guadalajara e si è formato nella scuola spagnola di Santa Isabel de Hungría e nella Scuola superiore delle belle arti di Roma. Nella pagina internet Art Gallery & Antiques si possono ammirare alcune delle sue opere.

Critica della Dott.ssa Anna Iozzino – storica d’arte: le “nature vive” nell’arte di Carlos Cabrera Palos Vale la pena ripercorrere brevemente l’itinerario umano ed artistico del pittore Carlos Cabrera Palos che nasce in Messico in un contesto dove le opere artistiche contemporanee e di antiquariato gli sono familiari. Malgrado diventi un ottimo attore e ballerino, su consiglio della duchessa D’Alba, si dedica alla pittura. Viste le sue tendenze artistiche si ferma prima in Spagna dove frequenta i corsi di pittura nell’Accademia di S. Isabella e successivamente in Italia dove frequenta i corsi di pittura e di nudo presso l’Accademia di Belle Belle Arti di Roma. Comincia ad esporre in mostre collettive e personali con autentico successo, perché le sue opere evidenziano una loro eleganza e duttilità disegnativa che diviene un’ottima impalcatura strutturale per i suoi colori, da cui sa trarre il massimo delle loro possibilità espressive. L’opera “Madre Plena”, pur avvalendosi di forme d’immediata comunicazione, vive in un’atmosfera immaginifica e visionaria, ritmata in un gioco cromatico delicato e suggestivo e in un susseguirsi di linee curve che ne addolciscono la figurazione.

Animato da un genuino impulso creativo ed esperto di una varietà di tecniche artistiche realizza una serie di opere ad oliocon soggettiispirati alla vita quotidiana, ma che affondano le loro radici nella cultura popolare messicana. Anche nei paesaggi quest’artista, come nell’opera “San Cristobal de las casas”, fa emergereflussi di colori intrisi di luci, in un melange alchemico che sembra intessere dialoghi ora con le ombre della memoria, ora con i simboli della tradizione, oracon gli apporti culturali provenienti dalla storia dell’arte europea. Nelle sue “Nature morte” -in realtà “vive” per la sua tavolozza dai colori puri, complessa, piena di suggerimenti e di invenzioni – riesce ad accumulare armonicamente e con un indubbio gusto compositivo frutti esotici come i mangos, ortaggi come le zucche ed una varietà di altri elementi vegetali con bicchieri di cristallo su tavoli di marmo, rendendo pienamente la qualità pittorica dei vari materiali che sembrano appartenere ad una realtà assoluta e più ricca di valori di quella che ci circonda perchéilluminata da una luce che sembra diventare sostanza delle cose. La sua innata sensibilità e le esperienze che ha vissuto nei suoi continui viaggi gli hanno permesso di arricchire la sua pittura di umori e sensazioni che la hanno resa via via sempre più viva e palpitante, capace di comunicare la gioia di vivere edi amare, di avvalorare la forza degli avvenimenti e di annotarli nella loro oggettività storica.

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