I Cartoni… animati di Nicola Viceconti – Recensione di Silvia Leuzzi

Recensione di Silvia Leuzzi – 2 Agosto 2017, pubblicata su La Sepoltura della Letteratura

Rieccoci a parlare di Nicola Viceconti, istrionico e vulcanico scrittore, e del suo ultimo libro, uscito a maggio e presentato alla XXX ed. del Salone internazionale di Torino: Cartoni… animati e altri racconti, edito da CSA editrice di Castellana Grotte (BA), che ha vinto il Terzo Posto Assoluto al premio letterario nazionale La Penna Perfetta edizione 2016/17. Laureato in sociologia e in scienze delle comunicazioni, Nicola presenta uno stile narrativo scorrevole e avvincente. Devo dire di aver avuto la fortuna di leggere tutte le opere scritte finora da quest’autore. Ciò mi ha consentito di farmi un’idea ampia del suo percorso di scrittore, nel quale crede fermamente, ma non per mera vanità, ma per fare cultura e informazione. I libri di Nicola sono densi di significati, le storie che racconta, spesso in prima persona, hanno il potere di non avere mai un tempo di narrazione preciso. Spaziano tra il presente e il passato, tra il sogno e la realtà, e in questa relatività temporale si stagliano i personaggi e le loro storie. In questo testo, più breve rispetto ai precedenti, emerge un altro Viceconti, non solo narratore meticoloso, ricercatore di una parola nella quale la verità del messaggio sia più forte della musicalità, ma anche poeta senza versi, lasciando la penna libera di perdersi nell’infinito. “Cambi aria, cara Clara, faccia un bel viaggio. Vedrà che le farà bene!”suggerisce il dottore a Clara, la protagonista del racconto Magia, una professionista seria e scrupolosa, nella quale ho trovato analogie con l’autore e la sua ricerca letteraria. Come nella vita, così nella scrittura, bisogna viaggiare fra mille e mille autori, superare fiumi d’inchiostro, che ci hanno preceduto, senza smarrire la sola via maestra: la verità.

“Non conoscevo nulla dell’Argentina ma la scelta fu dettata dalla curiosità per la posizione geografica di quella terra sterminata, l’ultima a sud, dove il mare confina con le stelle”

Tutti i racconti narrano brandelli di vite quotidiane, nelle quali si riflette una parte dei nostri vissuti. Su tutti i personaggi grava un occhio amoroso, che è quello dell’autore che narra, incarnando uomini o donne, smaterializzando se stesso dentro i personaggi.Nove racconti per nove ritratti di personaggi simbolici, dai contorni sfumati come Antoine di Bohémien … era la nostra bella età, pittore maledetto, tipico personaggio di un’epoca passata, caratterizzata dall’assenzio e dal sigaro, che sono solo simboli, riflessi di specchi, un pretesto per parlare della condizione dell’Arte e degli artisti al giorno d’oggi. Particolarissimo è il racconto che prende il titolo da un pezzo del gruppo heavy metal AC/DC: Hells Bells. Tra il comico e l’onirico racconta di un gruppo di vecchi metallari anni ottanta, provenienti da Milano, per dare l’estremo saluto al loro amico Rocco Russo, batterista del gruppo. Confusi dai nomi quasi identici di due paesi: Castelluccio dei Sauri in Puglia, provincia di Foggia, e Castelluccio Superiore in Basilicata, provincia di Potenza, piombano nel bel mezzo del funerale sbagliato e sull’equivoco gioca Viceconti, con la sua abilità descrittiva. Il defunto è un certo Filippo Russo orologiaio, persona seria e integerrima, del quale giammai si sarebbe potuto pensare che frequentasse persone di quel genere o comunque ascoltasse l’hard rock. A raccontare l’accaduto è Francesco un amico d’infanzia di Filippo, che rimane stupito al punto da fare una considerazione che mi ha colpito:

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